Ripresa della terapia con Imatinib per i tumori gastrointestinali stromali metastatici o non-resecabili dopo il fallimento di Imatinib e Sunitinib
Restano poche opzioni di trattamento per i pazienti con tumori stromali gastrointestinali ( GIST ) metastatici o non-resecabili dopo progressione oggettiva durante la terapia approvata con inibitori tirosin-chinasici.
È stato condotto uno studio per valutare l’efficacia della ripresa della terapia con Imatinib ( Gleevec, Glivec ) in questi pazienti.
Nello studio prospettico, randomizzato e in doppio cieco, sono stati arruolati adulti ( età uguale o superiore a 18 anni ) che avevano in precedenza tratto beneficio da un trattamento di prima linea con Imatinib ( risposta iniziale o malattia stabile per un periodo uguale o superiore a 6 mesi ) ma con GIST metastatico o non-resecabile in progressione in terapia con almeno Imatinib e Sunitinib ( Sutent ).
I partecipanti sono stati assegnati in maniera casuale, in un rapporto 1:1, e con stratificazione in base al precedente trattamento e al performance status ECOG ( Eastern Cooperative Oncology Group ), a ricevere le migliori cure di supporto con Imatinib 400 mg al giorno oppure placebo.
Il passaggio a Imatinib in aperto è stato consentito dopo che gli sperimentatori avevano osservato la progressione della malattia.
L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione, determinata in base a una revisione radiologica esterna.
Tutte le analisi hanno riguardato i pazienti che avevano ricevuto almeno una dose del farmaco in studio.
Nel periodo 2010-2013, 41 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale al gruppo Imatinib e 40 al gruppo placebo.
Dopo un follow-up mediano di 5.2 mesi, la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 1.8 mesi con Imatinib rispetto a 0.9 mesi con placebo ( hazard ratio per progressione o decesso, HR=0.46; p=0.005 ).
In totale, 37 ( 93% ) pazienti nel gruppo placebo sono passati al trattamento in aperto con Imatinib dopo la progressione.
Gli eventi avversi più comuni di grado 3 o superiore sono stati anemia ( 12 [ 29% ] dei 41 pazienti nel gruppo Imatinib vs 3 [ 8% ] dei 40 nel gruppo placebo ), fatigue ( 4 [ 10% ] vs nessuno ) e iperbilirubinemia ( 3 [ 7% ] vs 1 [ 3% ] ).
In conclusione, nei pazienti con GIST refrattario al trattamento con tutti gli inibitori della tirosin-chinasi, la malattia continua a contenere molti cloni sensibili agli inibitori delle chinasi.
La continuazione della soppressione chinasica potrebbe rallentare la progressione della malattia, pur senza fermarla. ( Xagena2013 )
Kang YK et al, Lancet Oncol 2013; 14: 1175-1182
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